RECENSIONI

Daniela Pronestì- Firenze - 2013

Claudio Cavalieri 
Fare dell’albero e quindi del legno, un crocevia di memorie, sensazioni, pensieri e stati d’animo, significa assecondare l’idea secondo cui l’anima dei luoghi si riflette negli individui che la assorbono in sé e che , come avviene nel caso di Claudio Cavalieri , la reinterpretano con l’intervento creativo.  Non  a caso la materia lignea è il nucleo intorno a cui ruota la sua ricerca artistica, rivolta, già dal tempo, ad un superamento delle consuetudini del legno, che rivive in una forma  del tutto liberata dalle pastoie della tradizione. La stessa definizione di “scultura” è un recinto troppo angusto per le sue creazioni , che interagiscono con lo spazio fisico e percettivo dell’osservatore avvalendosi tanto dei valori strutturali e materici, quanto della densità , dell’opacità o della lucentezza del colore , cui spetta il compito di raccontare l’organicità del legno e la sua appartenenza al mondo vegetale. Nel caso , il supporto ligneo non è uno schermo che accoglie passivamente l’intervento artistico , ma descrive uno spazio interiore in cui si ricompone quell’unità tra uomo e natura che si esprime nel ritmo , nelle ricerca dell’autonomia  e del razionale geometrico. Se  non vi fosse l ‘applicazione  a qualcosa di più alto, a un criterio  che dia ordine  e significato  agli eventi , non si comprenderebbe , infatti il rigore neoplastico di certe sue soluzioni , in cui la razionalità e la purezza  delle forme sembra trovare un antagonista  soltanto nell’ elemento cromatico , che a volte asseconda l’armonia  compositiva assumendo un andamento regolare , simmetrico , quando non volutamente decorativo , altre volte invece , si contrappone ad essa per farci schizzo ,colatura, segno. E’  così che il tempo interiore  dell’artista si sovrappone alla  memoria degli , oggetti che chiedono di essere recuperati affinchè la loro ricchezza  di qualità e di significati non vada definitivamente dispersa.

Renzo  Francescotti - Trento - 2013

Raffinata Semplicità
…..Le opere di Claudio cavalieri si dilatano nella natura alla ricerca di luce e spazialità, dalla pittura alla scultura, alle installazioni, al ready made di oggetti recuperati dall’ambiente antropizzato o dalla natura più integra.  …..
…Negli anni seguenti sarà tutto un fiorire, un esplodere di opere ,totem-ready made,legno vissuto ritrovato, in cui il nostro artista limita al minimo l’intervento, conservando  e valorizzando il materiale , con l’oggetto che recita la sua storia, il pericolo di opera come queste sta nella banalità del recupero, nella sordità dell’accumulo, nella dismisura dell’utilizzo,nel “kitsch”.  Ma a me pare che Claudio abbia sostanzialmente evitato questo pericoli, guidato da un gusto rigoroso che mi piace definire di “raffinata semplicità”. Che viene coniugata soprattutto nei lavori dopo il 2003 con legni e tavole decorati con stampi e rulli da pittore. Sono quelli  che utilizzavano i pittori-decoratori, ovvero gli imbianchini , negli anni 50 e 60, con quelle tonalità azzurre e verde-chiaro che il nostro Cavalieri recupera.  C’ è un omaggio all’artigianalità, al gusto di quei pittori-decoratori anonimi, una nostalgia per gli occhi dell’infanzia con cui Claudio (come tutti noi) osservavamo l’artigiano al lavoro di decorazioni di muri e ambienti; un recupero della semplicità ; una ribellione alla saturazione della realtà iper-tecnologica che, ogni giorno di più, ci sta intossicando.


Alessandro Franceschini -Trento -2010

Claudio Cavalieri
Dalle installazioni e dalle sculture di Claudio Cavalieri emerge un’immagine della violenza pensata per frammenti, per dettagli. Le piccole ambientazioni che immagina l’artistalasciano trasudare l’atmosfera di situazioni che esplicitano attraverso le forme e i colori, tutta la loro dimensione drammatica. E’ il caso, d esempio, della scultura Violences Animalis, nelle quale Cavalieri mette assieme immagini e colori che possono ricostruire uno stato d’animo : una cascata d’acqua che si fa rossa come il sanguesi perde fra due mattonelle in rilievo che rappresentano un elefante ciscuno chepunta su una direzione,circondati dal verde che evoca il sistema naturale. Attraverso i piccoli gesti che ricordano un concetto ben più ampio( io rossodel sangue, l’elefante che corre, il verde della natura) si concretizza in un impianto concettuale legato all’idea della violenzacome statonaturale. Anche nelle installazioni l’artista compie deiraccontiarticolati per elementi evocativi : i colori , l’uso di particolari oggetti( il tronco di ramo) o di particolari materiali ( la catena arruginita). Al di là della retorica che sièsoliti fare sulla violenza , l’artista parelolerci inchiodare alla nostra dimensione terrestre,caduca come le cose del mondo. Facendoci , al contempo sorprendere in un pensiero appartenentemente ovvio. Terribile come le cose ineluttabili.


Fiorenzo Mascagna - Viterbo 2013

La realtà per Claudio Cavalieri è una finestra che lascia immaginare un mondo, quello che l’artista imprigiona nello spago è il vorticoso fluire dell’esistenza. Ne trattiene gli indizi, ne solidifica la traccia . Possiamo decidere se è più realtà in sedimentazione  o l’immaginazione che si affaccia dentro i nostri occhi da quella stessa finestra.


Antonio Castellana 2013

Attraverso vari materiali anche di scarto Claudio Cavalieri propone istallazioni e sculture che inneggiano  ad una natura da salvare, da recuperare in un universo creativo, tridimensionale, libero da impostazioni accademiche.  Per l’artista ogni sua realizzazione è un pretesto per emozionarsi e fare emozionare. Un forte impatto cromatico fa si che si veda la sua forza interiore che quasi stupisce per la determinazione attraverso uno spirito costruttivo orientato alle iniziative e agli impulsi piuttosto che alla riflessione fine a se stessa.  E’ un’operazione innovativa basata sull’equilibrio della fantasia dove passato e presente  sono un tutt’uno una memoria visiva che è diventata  nel corso del tempo il fulcro della sua cifra pittorica. Un pensiero consapevole, pulito, senza coinvolgimenti che ne deturpano la sua profonda emozione interiore.  Attraverso il carattere sperimentale, Cavalieri prevede una visione oggettiva della realtà’ rivolta all’esaltazione della vita resa soprattutto come vibrazione della mente  in maniera consapevole e risoluta. L’artista possiede un dono molto raro, quello di comunicare sensazioni ed immaginazioni che si trasmettono fortemente in coloro che guardano le sue opere, che ci accompagna in un turbinio di colori vivaci spesso con tonalità fredde dove spariscono le forme e lasciano campo esclusivamente alla materia.  La sua ricerca artistica riporta anche alla memoria momenti del suo passato, un cammino solitario e riflessivo, sempre raggiunto dal ricordo e dal tempo due elementi mentali che uniscono le tracce di un immaginario collettivo sempre presente nei suoi lavori.


Franco Lancetti  -  Trento - Marzo 2012

La vita semplice non gli basta, Egli deve fare di più, deve produrre e inventare, agire e scuotere, in una parola. “ vivere”. Questo è Claudio Cavalieri, ed i molti aspetti della sua attività di uomo artista, lo dimostrano; ma è anche un organizzatore culturale. Di queste persone c’ è bisogno, come dell’aria che respiriamo! Ma la distrazione di questa modernità non coglie a pieno quanto contributo in termini culturali esse ci donano. La sua arte proviene da una formazione artigianale, assorbita e  poi filtrata e raffinata con studi regolari d’arte passando poi, a sua volta, alla preziosa esperienza dell’insegnamento.  Si diceva un tempo che gli studi servono più agli insegnanti che agli studenti.  Ma se dietro le lenti , stanno occhi attenti e ironici, non sfugge nulla e nel fondo le tracce rimangono e la sensibilità artistica rimane. La qualità artistica peculiare di Claudio Cavalieri è il continuo rinnovamento, sia delle tecniche, che delle forme, Egli passando indistintamente dalla pittura, alla scultura, alle installazioni, ed in queste ultime lo spirito sarcastico ed ironico esplode, si muove liberamente senza seguire altro che non sia l’estrema fertilità inventiva!. Apparanentemente semplici, le sue opere vengono assorbite poco alla volta ed entrando nel contatto diretto si trova il motivo della invenzione. Nei lavori materici appare il mondo primordiale, con le sue lave, con gli impeti della Terra sconvolta da un magma in ebollizione, poi appaiono le fratture ed un inghiottitimento  del calore, quasi a trattenerlo per un futuro lontano , dove l’esplosione ridurrà ogni cosa al nulla.   I paesaggi verso la figurazione appaiono alternativamente, con trasformazioni deformanti  le immagini ed ecco improvvisamente, lasciano nel tenue colore stemperato una speranza ricca di premonizioni.  Poi ancor più lontane le montagne, quasi la sua origine non fosse presente, ed invece eccola a fare da sfondo ai suoi pensieri , a ricomparire come fondale alle sue esperienze.    Poi improvvisamente una nuova svolta, raccoglie materiali diversi , di frammenti quotidiani dell’uomo e della natura, composti e ricomposti, dipinti e trascinati a far parte del mondo di Claudio Cavalieri ,nella decorazione di giochi sovrapposti , oppure semplicemente risolti fra ripetute tracce dei rulli.  Ecco l’Arte totale, che gioca, che inventa, che ridona il piacere della riconciliazione fra tutte le espressioni, non ultima la poesia, di certe sue frasi posate sulle superfici, segnali d’attenzione al contemporaneo  e infine la musica.  Gli feci una fotografia dove Lui stava dietro una serie di corde tese in un pertugio finestra, nel suo studio, ironicamente appariva “dentro” l’opera, un new dada, divertito.    Infatti  quelle  corde tese fra spazio e l’altro, non sono altro che le corde dello strumento di Cavalieri , sta a chi osserva saperle toccare e sentire le melodie, i dolori, le stonature di questo mondo, il frastuono, tutte le voci che vi sono trattenute.


Roberta Fiorini - Firenze 2012

Claudio CavalieriConosco Claudio Cavalieri da diversi decenni – ahimè per noi due! – ed ho così avuto la fortuna di osservare, da un punto privilegiato, l'evolversi costante e "irrefrenabile" della sua ricerca.Fil rouge, da sempre, l'istintiva e poi intellettuale attrazione per la natura che, per Claudio, coincide con la storia, con la cultura, con il "peso" del tempo. Nel suo operare convivono il senso plastico e quello pittorico, la costruttività con l'astrazione, le memorie del passato – tracce segnate dalla natura e dall'uomo – legni consumati, riassemblati e risignificati, coniugando pattern dal sapore caldo e domestico così tipico di decori semplici eppure eleganti, all'azzardo di combine di forme che ne fanno totem di un concetto universale di civiltà e cultura. Erede, in questo, originale e poetico dell'esperienza Futurista che ha osato "sconfinare" legittimando la più pura libertà espressiva e quindi insegnandoci, come Claudio Cavalieri ci invita ad apprezzare, che anche dalla materia più povera si può erigere una cattedrale.


Tatiana  Carapostol  - Venezia - 2011

L’ arte di Claudio Cavalieri fa riferimento ad una prerogativa dell’espressionismo astratto, privo di elementi figurativi nettamente decifrabili . Emerge il carattere gestuale , carismatico interprete di un esperienza affidata al linguaggio universale del colore, aperto ad ogni significazione.


Archivio Monografico Dell’Arte Italiana - Milano ottobre 2011

“Le opere pittoriche e scultoree di Cavalieri sono ricche di significati psicologici, divengono messaggeri di sentimenti e sensazioni. Partendo dalla natura, elemento sempre vivo e presente nelle sue creazioni, l’artista riesce a dar forma al suo pensiero realizzando composizioni che oltrepassano gli orizzonti infiniti di una genialità artistica.
Con materiali di recupero arricchiti dalle sue tecniche e capacità di assemblaggio, Cavalieri crea evoluzioni materiche che ospitano accadimenti naturali tradotti e rielaborati secondo il ritmo del suo animo, modulazioni di una mano libera, veloce e precisa.
Uno studio attento della realtà ed un’analisi dell’ambiente circostante hanno portato l’artista ad una evidente diversificazione tra conoscenza concreta ed oggettiva del mondo ed una percezione soggettiva dell’essere: una sintesi di forte sensibilità, una profondità nell’individuare l’essenza delle cose e dell’essere umano. Sia nella pittura che nella scultura l’artista conferisce con eleganza l’illusorietà delle forme nel loro divenire nello spazio e nel tempo, un’arte consumata che rappresenta il mondo.
Composizioni materiche, chiazze multiformi e scintille sfolgoranti di luci e colori compongono il gioco artistico di Cavalieri che cattura e personifica i suoni e le colorazioni dell’esistenza, diventando manifestazione della volubilità del reale.
Claudio Cavalieri un visionario evocatore che si esprime identificandosi nell’opera, i suoi lavori percorrono le vie dell’astratto mantenendo la poesia dell’immagine, rimangono legate ad una sensibilità romantica che tende ad evolversi verso orizzonti di mistiche concezioni.


Valentina Cramerotti   Trento 2011-settembre


Il percorso di ricerca artistica di Claudio Cavalieri viaggia su due binari paralleli ma spesso intersecati fra loro: pittura e scultura. Partendo dall’elemento pittorico, usato come mezzo per esplorare il colore, passa allo studio dello spazio attraverso l’uso di intonaci impastati con sabbie e vari materiali, approdando infine alla materia vera e propria, alla scultura, all’installazione, destino e conseguenza naturale del continuo anelito ad uscire dalla tela, a conquistarsi un posto nello spazio della realtà.
L’artista eleva a materiale principe il legno, non presentato però nella sua interezza ma sotto forma di scaglie, frammenti recuperati, parti di vecchie strutture, scarti del lavoro umano e dei processi naturali. La materia porta perciò con sé e su di sé i segni dello scorrere del tempo che se non fosse per questo “recupero artistico” andrebbero persi. Materiali poveri quindi che nelle sue composizioni riprendono vita con un nuovo significato come ricordi, memorie del mondo naturale e di un tempo passato in continuo colloquio con la storia e con l’ambiente ma soprattutto con la contemporaneità, “rifiuti” ancora vivi della quotidianità.
Sebbene i frammenti, legati fra loro, aggrovigliati, impastati per creare una struttura tridimensionale, siano elemento centrale delle pitture-sculture dell’artista, un  ruolo non secondario nella creazione è ricoperto dalla fase pittorica: una colata di colore grumoso che tutto impasta e tutto ricopre riportando l’opera ad unità. Negli anni il discorso simbolico sul colore porta l’artista a esplorare varie possibilità cromatiche dal giallo al verde, dal blu al violetto per poi giungere al bianco.
Spazio e tempo sono quindi gli indiscussi protagonisti nell’opera di Cavalieri ed assieme a loro la natura, evocata in tutti i suoi rimandi simbolici ed emozionali in un suggestivo connubio tra materia e colore dai risvolti spesso anche ludici e giocosi.


Tania Letizia Gobbett - Rovereto (TN) 2011

Conosciuto al Centro Culturale di Rovereto - sono rimasta sorpresa per alcune sperimentazioni sue precedenti che ho visto sull'albero, sabbia, granulosità luministica, chiaroscuro. Poi ora questo getto continuo di colorazioni, di segni che passano da colature a forme semplici di decorazione dove però l'insieme della composizione rischia, a volte per entrare e uscire da generi diversi, a volte per tentare di attuarsi liberamente tra scultura e pittura, tendendo fortemente al segno decorativo, di trovare un linguaggio che diviene cifra simbolica senza rirprendere mai completamente il suo passato stilistico e sperimentale. Tuttavia l'atteggiamento versatile e aperto lo porta a fare campionamenti di oggetti, ironia, e affezione di motivi, tanto da superare la semplice struttura con motivi più plastici e spontanei. Se non c'è la durezza della composizione delle avanguardie è senz'altro per una vocazione ad una sorta di stemprata novità del mezzo espressivo. Quasi ironica e tragica al tempo stesso, come gli altari visti in ogni forma, di fasci tagliati e ridotti, con una sorta di assiomatica attenzione al presente, all'aoristo: qui e ora ma anche ciò che di diverso è espresso con altri mezzi e forme nella temporalità di ogni tempo. Desiderio di rigenerazione storica.


Alessandro Franceschini -Trento -2010

Claudio Cavalieri
Dalle installazioni e dalle sculture di Claudio Cavalieri emerge un’immagine della violenza pensata per frammenti, per dettagli. Le piccole ambientazioni che immagina l’artistalasciano trasudare l’atmosfera di situazioni che esplicitano attraverso le forme e i colori, tutta la loro dimensione drammatica. E’ il caso, d esempio, della scultura Violences Animalis, nelle quale Cavalieri mette assieme immagini e colori che possono ricostruire uno stato d’animo : una cascata d’acqua che si fa rossa come il sanguesi perde fra due mattonelle in rilievo che rappresentano un elefante ciscuno chepunta su una direzione,circondati dal verde che evoca il sistema naturale. Attraverso i piccoli gesti che ricordano un concetto ben più ampio( io rossodel sangue, l’elefante che corre, il verde della natura) si concretizza in un impianto concettuale legato all’idea della violenzacome statonaturale. Anche nelle installazioni l’artista compie deiraccontiarticolati per elementi evocativi : i colori , l’uso di particolari oggetti( il tronco di ramo) o di particolari materiali ( la catena arruginita). Al di là della retorica che sièsoliti fare sulla violenza , l’artista parelolerci inchiodare alla nostra dimensione terrestre,caduca come le cose del mondo. Facendoci , al contempo sorprendere in un pensiero appartenentemente ovvio. Terribile come le cose ineluttabili.

Annamaria Targher - Rovereto (TN) 2010

In Claudio Cavalieri la risoluzione astratta è un tiro (meglio una colata) di colore sopra una portata di oggetti o decorazioni della paranoia contemporanea e non solo: il vezzo viene così annullato dalla sovrapposizione della sedimentazione della coscienza e dell’atto identitario dell’artista. E’ un colore che funge da chiusura, da sigillo, da legante le diverse nature dei reperti.
Un’immissione di linfa in una concrezione oggettiva ed un’esigenza di rifondare la realtà come nei combine painting che Rauschenberg realizzò con materiali recuperati, utilizzando come supporto pannelli di legno che diventeranno ben presto basamenti, quadri – sculture in una costante vocazione a nobilitare ciò che altrimenti rimarrebbe ordinario. E’ Cavalieri stesso che parla, a proposito dei suoi lavori, di rigenerazione e anche l’artista americano ha sostenuto, a tal proposito, di non voler far emergere la propria personalità quanto desiderare, piuttosto, che i suoi lavori riflettano la vita. Vita, la cui messa in scena segna, anche nei lavori dell’artista trentino, l’ingresso prepotente della terza dimensione o quanto meno, sicuramente, l’eliminazione della stretta bidimensionale.
Cavalieri però, prima di apporre la sua “firma” (meglio, un’inerzia lasciata all’auto - referenzialità del colore e al suo scendere per forza della gravità) ricopre il groviglio di oggetti con del bianco: secondo l’artista, bianco di calce come quello che ha celato certi affreschi nel passato. Quindi, confronto serrato tra un passato fatto di rinvenimenti attualizzati, talmente attendibili da essere ricoperti da una patina storicamente compatibile, e impronta finale del deus ex machina, dell’artista che opera nella contemporaneità. Questo bianco abbacinante, però, in realtà così estraneo all’affresco, non potrebbe essere, invece, una calce ammendante, la calce viva che sa disinfettare e riporta ad una sorta di grado zero il supporto e così anche l’operazione artistica? Non siamo di fronte quindi, successivamente, alla vertigine del bianco violato da un urlo, da un’offesa autoritaria, vera e propria profanazione che è ribellione di un uomo del nostro tempo ai gingilli e alle cose in uso di ieri? Piuttosto, una inedita appropriazione del mondo, una celebrazione della vita e del suo continuo rinnovarsi, per strati, eliminazioni e nuove significazioni.
                                                                                                                                                                                                                                                                        

VEDERE E NON VEDERE
Appunti di Cavalieri 2005-06

 Il rilievo, i materiali, la materia e la natura sono ormai per Me gli elementi fondamentali, da diversi anni, per la creazione delle mie opere a rilievo.

 E’una linfa vitale che continua a creare e a generare opere,sculture e installazioni. Il ricordo ed il tempo sono  i due elementi mentali che uniscono le tracce, le schegge, gli oggetti che rigenero,creando un’altra nuova opera.

Negli ultimi anni una pittura bianca,come nel passato la calce celava gli affreschi ,vela  i legni le pigne e delle scheggie e pezzi di legno di bosco creando una  opera  tridimensionale. Gli elementi centrali dell’opera sono tutti aggrovigliati,legati fra loro quasi ancorati, fissati e sembra un gioco e invece sono diventati un altra creazione.E’ un operazione creativa ed anche lo spettatore cerca di rivedere, di riconoscere il tutto in un atto creativo sull’equilibrio della fantasia, un vedere e non vedere dove il tempo reale e il passato  diventano un momento presente, contemporaneo,una memoria. Una memoria oggettiva, una natura espressa attraverso molti materiali di scarto piccole schegge che andrebbero perse  ma che diventano il fulcro dello opera. Il mio intervento contemporaneo  è far colare il colore molto pastoso e grumoso di tinte vivaci e spesso con tonalità fredde che rigenerano l’opera, dandone una nuova vita .

Sul fondo compaiono delle decorazioni scaturite da vecchi rulli che si usavano per abbellire le cucine, i salotti , le camere negli anni 50/60 realizzate con colori molto tenui o in contrasto con lo sfondo  bianco , azzurrino, lillà o violetto. Opere nuove come reperti, opere come memoria, un mondo-natura   da salvare, da catalogare, da recuperare, dei collage naturali, un bricolage creativo, un gioco creativo libero, un ricordare il tempo trascorso che viene fissato in queste mie nuove opere polimateriche. La madre Natura che si cela e si fa riscoprire, un discorso creativo tridimensionale e materico continuo che  va avanti da anni ed è diventato il mio fulcro creativo d’artista ma ogni volta è nuovo e creativo.

  

 

Angelo Sblendore Milano 2004

 

L’artista Cavalieri sente fortemente il richiamo della materia, che impasta nel colore, e nelle sue colate, formando un suggestivo connubio.

 

 

Antonella Raimondo  Trento 2004

 

Pittore-scultore, la sua esperienza è soprattutto orientata al lavoro  con materie pittoriche pastose,intonaci,sabbie impastate di colore.  Negli quindici anni i colori sono passati dall’intensità del colore giallo-verde,blu-nero,azzurro-viola. L’attuale tendenza è quella  di coprire tutta l’opera Con il bianco, nascondendo in velatura materiali di scarto naturali prelevati dal bosco, dall’ambiente contadino o dalla società consumistica attuale.

 

 

Gino Micheli  Trento  2004

 

Claudio Cavalieri espone dodici piccole opere realizzate con assemblaggi di vari materiali recuperati nel tempo e nella memoria  fra gli ultimi quattro anni di attività dell’artista.

E’ pittore e scultore ed è conosciuto nell’ambiente degli artisti trentini e anche fuori provincia, per la sua ricerca i cui referenti  fondamentali , da anni, sono la natura e la memoria nei valori di spazio e tempo.   Realizza  opere e spesso delle installazioni con vari materiali coprendole di superfici pittoriche molto materiche e con colori piuttosto accesi che divengono paesaggi della memoria,totem agricoli e ricordi del tempo.

 

 

Antonella Alban  Belluno  2000

 

Claudio Cavalieri porta avanti una duplice ricerca pittorica e scultorea o per meglio dire, la sua scultura è stata un approdo quasi naturale, visto che già la pittura era diventata un mezzo per esplorare non solo le possibilità cromatiche, ma anche spaziali.Ecco quindi il paesaggio ai totem realizzati con materiali di recupero già pregni di storia e  di vissuto e deconstestualizzato per potenziare il significato simbolico di forma e materia pittorica.

 

 

Stefano Zanella   Trento  2000

  

Claudio Cavalieri, col quale entriamo nel linguaggio che usa l’istallazione: dall’indagine forse ancora prevalentemente “pittorica” di qualche anno fa , evolve qui verso un uso più dichiarato dell’oggetto fuori contesto , tuttavia lasciandolo sempre un ruolo importante all’intrusione cromatica e talvolta ancora  all’intervento pittorico “classico.

 

 

Fiorenzo Degasperi Trento  1999

  

Claudio Cavalieri , che percepisce nel legno l’impronta di una vita potente capace di battere ogni insidia ,raccoglie frammenti e scaglie respinte,perduti residui rifiutati dalla corsa della cività. Su di essi poi, opera una trasformazione che passa per una speciale forma di rispettoso amore, sospeso tra un’elevata dimensione metafisica che sfiora allusione mistiche ed una evocazione ludica che lo ispira a composizioni spesso a simili a misteriosi ed elementari giocattoli di un altro mondo. Nelle sue composizioni convivono dunque le espressioni di uno spirito libero e vergine come quello di un fanciullo, e l’inclinazione a considerare il rifiuto ligneo come un elemento assolutamente vivo. Autentico simbolo plastico che porta dentro di sé nuove mutevoli forme gravide di messaggi latenti.

 

 

Elisa Aneggi Trento  1999

 

La montagna come archetipo, simbolo di ostacolo da superare, di chiusura, ma anche di elevazioneè l’oggetto di indagine di Cavalieri che riassembla schegge e spezzoni di legno per creare picchi montuosi ed oggetti che hanno in sè il mistero e la potenza di icone primitivi

 

 

Roberta Fiorini  Firenze 1999

 

Portando avanti con coerenza, da anni, un suo discorso simbolico sul colore- che vibra tra blu e giallo e verde – Claudio Cavalieri ha definito il suo linguaggio rendendo protagonisti di una dimensione nuova lo spazio e la materia e dalla esperienza pittorica lo ha trasposto alla scultura d’installazione risignificando materiali poveri e di recupero come i listelli e i blocchi di legno o vecchie strutture di finestre.

Lungo questo percorso nell’astrazione, ricco di significati allusivi, preesistenti quanto con il creare una forma nuova da elementi trovati e si è identificata nel valore di “totem” per la sua peculiare configurazione spaziale e per il suo proposito di salvare alla memoria i segni della natura e del tempo.

Finché la natura, da referente concettuale, torna a riappropriarsi della sua immagine figurativa ed è così che una recente “nostalgia” vede l’affacciarsi di un piccolo paesaggio sospeso tra le trasparenze dell’acquarello e la corporeità del supporto ligneo. Quasi una finestra nella finestra il paesaggio dipinto nelle nuances di azzurrini e violetti, in cui scivolano lievi le quinte prospettiche di valli e colline, si incastona nei “vecchi” frammenti di legno e di object trouvé e talvolta se ne appropria inglobandoli alla sua stessa superficie. Un “ritorno” al figurativo che avviene dunque in modo non traumatico giacché non spezza o interrompe dieci anni di ricerca materica e simbolica ma sembra anzi indicare un ulteriore e diverso colloquio con lo spazio e con gli elementi visivi e tattili della comunicazione: quasi uno “sfondamento” da cui emerge un nuovo orizzonte che nel contrasto suscita un’ipotesi di quiete nel caos e lascia intuire l’avvio di un “altro” viaggio espressivo.

 

 

Renzo Francescotti  Trento 1999

   

….Ciò che distingue Cavalieri è il forte cromatismo con cui dipinge i legni ritrovati(squillanti gialli, verdi,viola). Del 1990 sono le prime composizioni,paesaggio a rilievo con frammenti lignei ritrovati nella natura o recuperati dal mondo contadino alpino. Claudio si pone a colloquio con l’ambiente e la sua storia, nella dimensione dello spazio e del tempo, in un viaggio a fianco degli oggetti nel bisogno di sublimarli. Nella necessità da lui sentita  di uscire  dalla tela  Cavalieri realizza questi altorilievi astratti ,questi menhir lignei colorati, queste icone scultoree polarizzanti misteriose energie vitali. Come nelle tre affascinanti istallazioni che ha realizzato per la nostra Mostra, Visione….tracce, Tracce e Ex voto.   Nella  prima ,che riutilizza una vecchia imposta , dal fondo nero emergono dipinti ad acquarello,fragili e luminosi ,figurativi e astratti, a rileggere in filigrana le memorie.  La seconda si affida al viola pallido, al bassorilievo astratto su una stele lignea:  la terza ha una sequenza di piccoli,luminosi paesaggi, riquadri trasognati che “bucano” una antica tavola os-curata dal tempo.

 

 

Riccarda Turrina  Trento 1996

 

… Claudio cavalieri presenta la sua ricerca più recente; è sempre comunque il legno recuperato, quale elemento ricco di storia e di fascino , il soggetto primo con quale l’artista  realizza  le sue sculture; strettamente legate alla natura, queste opere propongono un cammino fatto di rimandi all’uomo per cui sono portavoce di messaggi esistenziali , dove il tempo si fa  catena e dove le paure quotidiane coincidono con la profondità  di nere cromie.  Il colore appare come un lampo, scuote la superficie con fasci di luce improvvisa, mentre elementi sovrapposti o stele trafitte da segmenti di vita, si fanno presenze silenziose,personificazioni di movimenti interiori,di bisogni spirituali.  Il fatto della natura , delle sue metamorfosi, il ritmico alternarsi dei giorni sono i nuclei centrali  della poetica  di Claudio Cavalieri , che nelle istallazioni più recenti  racconta se stesso, le proprie esperienze lanciando dei segnali  appena percettibili e individuabili  nelle maggior ra-zionalizzazione  delle forme  e del colore  stesso ;sono scomparsi gli elementi  gioiosi e gli stessi legni percorsi  da tocchi di giallo, non parlano più di giochi di bambini, ma  piuttosto di quel-l’attimo di gioia che fatalmente  finisce per essere assorbito dalle tinte della notte.  L’artista poi, sembra aver recuperato una certa dimensione rituale nella strutturizzazione  delle sue opere, che evocano danze primitive , o antichi strumenti  della misurazione del tempo, e che, collocate in spazi aperti condividono l’abbraccio di presenze ultraterrene.

  

 

Lucia Mayer  Vicenza 1996

 

Da diversi anni Claudio Cavalieri dimostra una forte predisposizione-che poremmo definire”sentimentale”-verso il legno, sempre modulato e composto in insiemi suggestivi,spesso rinvianti a simbologie antiche.   Materiale caldo e duttile per eccellenza, il legno racchiude insé la fonte della vita e registra passato,presente e futuro portando su di sé-come un vero e proprio orologio biologico- i segni dello scorrere del tempo.  Sono proprio questi questi segni,tracce e ferite del tempo, che affascinano e catturano l’artista.  Un tronco levigato dall’acqua, un legno spezzato, una vecchia porta diventano protagonisti di una nuova realtà poetica, intermediarie figu- re di un dialogo fra artista e il mondo circostante. L’urgenza di esprimere un rimedio , di delineare un’alternativa al nostro quotidiano, rende queste opere talvolta sofferte, talvolta drammatiche.

Gli “scontri cromatici” diventano così scontri vissuti fra realtà e desiderio , fra malinconia e speranza.   Il nero profondo mi ricorda per associazione alcune figure della mitologia antica, come le dee della fecondità, come l’oceano omerico, come tante figure che popolavano il regno degli inferi.  Il nero è stato e rimane simbolo di profondità, di caos, di morte.  Dal nero al giallo, Cavalieri ricerca nei suoi lavori un senso della vita, indicando le fasi del passaggio dal caos alla rivelazione e materializzazando il bisogno di una continuità della vita come volontà di futuro.

 

  

Annalisa Orsato  Padova 1996

  

Il percorso artistico di Claudio Cavalieri,scultore in legno,prende avvio dalla texturizzazione dell’immagine bidimensionale.   La pittura mediante la sensibilizzazione della superficie si avvicina alla tridimensione e con l’apporto di materiali poveri-come il legno recuperato di vecchie costruzioni-diviene oggetto-scultura con un significativo apporto della materia. Fra tutti i possibili materiali è scelto il legno, è frammento che porta sulla superficie i segni del trascorrere del tempo,ricorda nelle venature l’elemento naturale, nelle crepe il legame con il passato.

Il legno si fa tramite di un messaggio che lo lega all’asistenza vegetale-tempo cosmico e di un messaggio che lo lega al tempo dell’uomo-più breve ma non per questo meno recepibile dal fruitore.  Cavalieri crede nel proprio lavoro che propone come un gioco colorato:  ecco allora colori complementari evidenziare parti della struttura-viola e giallo-blu e giallo-squil-

lanti  come contrappunti musicali.    Le finestre, inquadrature lignee, divengono referenti privilegiati in cui la natura e storia si fondono, il colore brillante si stacca dal nero profondo,  si assiste  ad un crescendo di luce che culmina nel giallo.  Dal nero della materia si giunge alla luminosità del pensiero.   A testimonianza di ciò le sculture triangolari, divengono singolari simboli di elevazione, di spinta vitale verso lo spirituale.

 

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Fait G.-Eccher D.-Pacher G.-Sandri R.-Cossali M.-Serravalli L.-Turrina R.-Degasperi F.-Lui A.- Castellucci P.P.-Nuti M.-Gorni W.-Micheli G.-Trevisan G.-Fonte B.-Tscholl E.
Fiorini R.-Zanella S.-Pome F.-Zannier S.-Alban
A.-Massimo G.-Aneggi E.-Majer L.-Viviani L.-Orsato A.-Sesler L.-Francescotti R. - Lancetti F. - Cramerotti V. - SblendoreA. - Raimondo A. - Gobbett T.L. - Targher A. M.

 

                                   

 


 

 
   
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